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FLEBOLOGIA

MICROSCLEROSI DELLE TELEANGECTASIE

MICROSCLEROSI DELLE TELEANGECTASIE - Dott. Paolo Queirazza
SCLEROTERAPIA DEI CAPILLARI DELLE GAMBE
 
La microsclerosi consiste nell’iniezione all’interno dei capillari di un farmaco sclerosante ed ha lo scopo di determinarne la chiusura dei capillari stessi rendendoli in tal modo invisibili.
È considerata dagli specialisti la tecnica più efficace per trattare questo inestetismo.
 
TECNICA
 
Viene effettuata attraverso l’iniezione in più punti della gamba, grazie ad apposti microaghi. Le sedute vengono effettuate ogni 2-3 settimane. Generalmente non è un trattamento doloroso, a volte dopo la seduta, può essere presente un leggero fastidio o bruciore, che regredisce spontaneamente in breve tempo.
Il numero delle sedute è variabile in base al numero e all’estensione dei capillari.
 
RISULTATI
 
La tecnica tratta un inestetismo e quindi le aspettative del paziente devono collimare con quelli che sono i risultati realmente ottenibili dalla metodica; è utile quindi chiarire quelle che sono le reali possibilità della tecnica sotto il profilo estetico.
La cura non potrà impedire la futura formazione di nuovi capillari e potranno rendersi necessarie sedute annuali di mantenimento.
La risposta al farmaco sclerosante è variabile da persona a persona e anche talvolta, in punti diversi della gamba di una stessa persona.
Alcune pelli hanno la tendenza imprevedibile a formare macchie o nuovi capillari.
Per tutti questi motivi, anche utilizzando una tecnica corretta e dettata anche da una notevole esperienza, non è possibile escludere che si manifesti a volte un risultato estetico non soddisfacente.
Esistono alcune zone che sono difficili da trattare (per esempio la parte interna delle ginocchia) in cui i risultati possono essere modesti.
Si tratta di una cura lunga per cui l’eventuale sospensione del trattamento potrebbe portare a risultati modesti.
 
COMPLICANZE
 
Sono molto rare e sono riferite sostanzialmente alla comparsa di allergie (come per qualsiasi altro farmaco iniettato).
L’ambulatorio è comunque attrezzato per far fronte a queste eventuali complicanze.
Le complicanze locali (cioè nella sede delle punture) sono frequenti ma non sono né gravi né pericolose e in genere non provocano nessun inestetismo.
Corrispondono a piccoli ematomi superficiali nella sede delle aree trattate e a una colorazione più scura dei capillari.
sIn genere, compaiono spontaneamente: gli ematomi in un paio di settimane; i capillari scuri in circa un mese.
 
 CONSIGLI E ISTRUZIONI POST TRATTAMENTO
 
È necessario non esporsi al sole per almeno un mese dopo la microsclerosi o comunque finchè sono presenti macchie sulle gambe, poiché il sole può annullare il processo spontaneo di guarigione delle macchie stesse, fissandole sulla pelle. L’applicazione di una compressione elasto adesiva sulle parti trattate è molto importante per la riuscita della terapia. Le calze elastiche a compressione graduata devono essere usate durante il periodo in cui vengono effettuate le sedute di microsclerosi.

 

LA CURA CHIRURGICA PER LE VARICI

LA CURA CHIRURGICA PER LE VARICI - Dott. Paolo Queirazza

LA CURA CHIRURGICA PER LE VARICI

QUALI CURE CI SONO PER LE VENE VARICOSE ?

Le cure per le vene varicose hanno origine fin dall’antichità, pensiamo che esistono interventi descritti sulle varici, al tempo dei Faraoni, in Egitto, 3000 anni prima della nascita di Cristo.

Se pensiamo che gli interventi sono stati eseguiti fino ai tempi attuali, questo sta a significare la loro utilità ed efficacia.

Ci sono fondamentalmente due sistemi principali per la cura delle vene malate: la chirurgia e la terapia sclerosante.

Queste due metodiche hanno il comune obiettivo di eliminare le vene malate, dove il sangue ristagna , come in una palude e non circola più efficacemente, per fare in modo che riprenda a circolare nelle altre vene sane, abbondantemente rappresentate nelle gambe.

COME POSSO POSSO SCEGLIERE LA CURA PIÙ IDONEA PER RISOLVERE I MIEI PROBLEMI DI VARICI?

La scelta del tipo di trattamento dipenderà dalla gravità della malattia e dal tipo di varici. È evidente che a parità di condizioni si cercherà di scegliere il trattamento piu’ soft ovvero quello meno doloroso e meno traumatizzante.

Grosse varici, di aspetto tortuoso, dovranno essere, in genere, curate con sistemi chirurgici.
Le varici di piccolo e medio calibro e possono essere trattate con i farmaci sclerosanti.

Sarà lo specialista flebologo, in base agli esami clinici e strumentali eseguiti, ad individuare, ogni volta e personalizzato come un abito su misura, il trattamento piu’ indicato.

SE TOLGO O CHIUDO LA VENA POTRÒ ANDARE INCONTRO A DEI PROBLEMI ?

L’eliminazione delle vene malate, dove il sangue non circola più ma anzi, ristagna, consente di migliorare la circolazione e di eliminare i disturbi, convogliando la circolazione, in modo fisiologico verso le vene ancora sane.

Vi sono degli esami specialistici che si eseguono prima dell’intervento, come ad esempio la pletismografia a luce riflessa, che permettono di misurare il miglioramento che si otterrà nella circolazione, eliminando le vene ammalate.

OGGI, QUALI SONO GLI INTERVENTI PRINCIPALI PER LE VARICI ?

Immaginiamo le safene come se fossero un albero, cioè un tronco principale con tutti i suoi rami.

Quando la malattia varicosa è iniziale e interessa soltanto i rami, le varici possono essere trattate con un intervento di flebectomia ambulatoriale. Se le varici sono piu’ estese ed interessano anche il tronco principale dovranno essere trattate con un intervento mirato sulle safene.

La tecnica conservativa, che preserva quindi  le vene sane, tende a rispettare, quando possibile,  le safene, nel rispetto della fisiologia circolatoria.

Attraverso un’accurata mappatura è possibile vedere quale parte della vena è ammalata e togliere solo queste porzioni di albero safenico, con degli interventi selettivi e più veloci (40 minuti circa).

In caso di varici recidive e diffuse, dopo un certo numero di anni, da un precedente intervento dovranno essere curate con un reintervento, che risulterà sicuramente piu’ complesso dell’intervento precedente.

COME SI EFFETTUANO GLI INTERVENTI PER LE VARICI ?

L’intervento principale che cerchiamo di eseguire per la cura delle varici è la flebectomia ambulatoriale, nell’ottica di conservare le safene e del miglioramento della fisologia della circolazione.

L’intervento di flebectomia ambulatoriale consiste nell’asportazione delle varici attraverso micro incisioni praticate in anestesia locale. L’asportazione completa delle varici evidenti non è solamente un trattamento con una valenza estetica, ma è prima di tutto un mezzo utilizzato per ridurre la probabilità che le varici si riformino.

Nel corso dell’intervento di flebectomia sono anche trattate, in maniera mirata, eventuali vene perforanti ammalate, individuate con un accurato mappaggio preoperatorio, che sono origine di vene varicose.

 L’INTERVENTO SARÀ RISOLUTIVO PER TUTTI I MIEI PROBLEMI?

L’intervento chirurgico non è totalmente risolutore; serve, innanzi tutto a rallentare l’evoluzione naturale della malattia venosa. Ci sono situazioni in cui le varici possono non ripresentarsi; può succedere, invece che la malattia possà ricomparire in altre vene di più piccole dimensioni.

In tutti i casi, è molto importante effettuare delle visite flebologiche periodiche, in modo da mantenere il buon risultato ottenuto con l’intervento (una visita di controllo annuale)  e, se necessario, possono essere eseguite periodicamente alcune sedute di scleroterapia.

FLEBECTOMIA AMBULATORIALE

LA FLEBECTOMIA AMBULATORIALE, UN INTERVENTO SEMPRE MODERNO

La flebectomia ambulatoriale è una tecnica microchirurgica per le vene varicose, che viene effettuata in anestesia locale e in ambulatorio.

Venne inventata dal flebologo svizzero Robert Muller ed è stata usata largamente in Europa, con grande successo, per oltre 50 anni.

Essendo una tecnica microchirurgica, nella maggioranza dei pazienti non richiede punti di sutura ed è molto ben tollerata.

Può essere combinata, a seconda dei casi, con il moderno trattamento di scleroterapia eco guidata con schiuma sclerosante.

Viene sempre preceduta da un esame ecocolordoppler, molto preciso e dettagliato, dei sistemi venosi superficiale e profondo e dei tratti varicosi.

Una volta che è stata fatta una mappa venosa, molto accurata, viene stabilito un trattamento, che è fatto su misura per ogni paziente.

La bellezza di questo intervento è che, andando a sfilare in maniera mirata solo le varici, grazie alle micro incisioni, conserva intatti i rami non ancora colpiti dalla malattia, cosa che, ad esempio, non avviene nello stripping, intervento invece molto demolitivo e gravato comunque da un alto numero di recidive.

Una volta che la vena varicosa è stata rimossa viene applicato sull’arto trattato uno specifico bendaggio.

Il paziente potrà tornare alle normali attività il giorno successivo.

Il bendaggio verrà rimosso dopo una settimana e nella stessa seduta potrà iniziare eventualmente la scleroterapia.

Le visite di controllo sono programmate a una settimana, un mese, due mesi e tre mesi o fino a che il problema non è risolto.

ULCERA VENOSA

ULCERA VENOSA: TRATTAMENTO CON ENERGIA AL PLASMA E COMPRESSIONE ELASTICA CON BENDAGGIO O CALZE

L’ulcera è una ferita della cute, che non ha la tendenza a guarire spontaneamente e per questo, se non curata in modo adeguato, avrà un andamento cronico.
L’ulcera venosa presenta forma generalmente ovale con margini ispessiti e rilevati ed ha un fondo secernente di colore grigio rosaceo.
È localizzata generalmente nella parte bassa della gamba, poco sopra il malleolo interno. Spesso il tessuto che circonda l’ulcera è edematoso e pigmentato. Si verifica frequentemente nei pazienti che hanno una storia di varici e che hanno una forte familiarità per varici; infatti l’ulcera venosa rappresenta la complicanza più grave della malattia varicosa e della sindrome post-trombotica.
L’ulcera varicosa è più frequente nelle donne e colpisce più frequentemente i soggetti che sono costretti a rimanere a lungo in piedi o seduti, i lavoratori che trasportano pesi o che soggiornano in ambienti caldo umidi o che indossano particolari indumenti come, ad esempio, scarpe da lavoro pesanti di protezione.
Il paziente con varici presenta una pressione eccessiva nella circolazione venosa superficiale. L’aumento di pressione è dovuto al fatto che le vene superficiali non hanno valvole funzionanti; l’ipertensione venosa provoca nel tempo una dilatazione delle vene, con conseguente stasi venosa, ossia un rallentamento della circolazione del sangue nelle vene. Questo meccanismo priva i tessuti di ossigeno e di altre importanti sostanze nutritive ed inoltre fa si che nei tessuti si accumulino sostanze tossiche. 
Si verificherà pertanto un danno del tessuto che sfocerà in un’ulcera varicosa.

Le complicanze piu frequenti dell’ulcera venosa possono essere: 

- Dolore. In genere le ulcere venose non sono dolorose se non all’inizio quando si formano. 
- Eczema. Nella cute attorno all’ulcera possono comparire piccole vescicole, croste, cute a scaglie e prurito molto intenso.
- Infezione. L’ulcera, essendo una ferita aperta può infettarsi (infezioni micotiche o microbiche). I segni di una infezione sono rappresentati da febbre e dolore e dalla comparsa di piccole pustole nella pelle che circonda l’ulcera con un rapido aumento delle dimensioni dell’ulcera stessa.

TERAPIA LOCALE DELL’ULCERA

La terapia locale deve essere orientata alla detersione e alla sterilizzazione del fondo dell’ulcera e a stimolare i processi fisiologici di cicatrizzazione. Inoltre è necessario correggere le alterazioni vascolari che sono alla base dell’ulcera.
Per una corretta medicazione si procede in questo modo: 
- Lavaggio con soluzione fisiologica 
- Sterilizzazione e Detersione con soluzioni disinfettanti come Clorexidina e Iodio Povidone. Inoltre sono utili impacchi tiepidi di acido borico al 3%, di amuchina al 5%, cui seguono lavaggi con acqua ossigenata, poi opportunamente neutralizzata con soluzione fisiologica. L’impacco provoca un importante aumento nel flusso sanguigno, che ha un’azione antiinfiammatoria oltre a detergere l’ulcera grazie ad un’azione antibatterica e di drenaggio, che avviene per osmosi.
- Debridement cioè asportazione di tessuto non vitale (necrotico) 
- Applicazione di medicazioni avanzate: materiali tecnologicamente avanzati che generano un ambiente favorevole per un corretto processo di guarigione.
- Adozione di una compressione elastica mediante bendaggio o calza con un preciso grado di compressione, che viene stabilito in base alle esigenze del singolo paziente. Una adeguata compressione aumenta il ritorno venoso e linfatico e ripristina la funzione valvolare. 
- L’attività fisica, associata alla compressione elastica, accelera la guarigione dell’ulcera. Bisogna cercare di camminare molto, giornalmente, a passo normale e non in casa. Anche la cyclette può essere utile, ad esempio una mezz’ora al giorno con ritmo leggero e moderato. L’attività fisica consente un aumento della circolazione sanguigna nelle gambe con conseguente miglior apporto di ossigeno e quindi una piu rapida guarigione. 

Per la sterilizzazione e il debridement del fondo dell’ulcera preferiamo utilizzare un sistema basato sulla liberazione di energia, come i laser e che, genera il plasma, ossia un gas, che sublima il tessuto ossia lo vaporizza in modo molto delicato. La guarigione viene inoltre accelerata per la produzione di fattori di crescita locali.
La detersione, la sterilizzazione e il debridement sono i migliori cicatrizzanti, ad essi potranno poi essere associate metodiche che hanno una riconosciuta azione di stimolo sui processi di rigenerazione tessutale.

Le fasi attraverso le quali si verifica il processo di cicatrizzazione sono:
- eliminazione del fondo necrotico dell’ulcera per azione di specifici enzimi che derivano dai globuli bianchi.
- formazione sul fondo dell’ulcera di gemme di color rosso vivo costituite da tessuto connettivo neoformato e ricco di formazioni vasali, il cosiddetto tessuto di granulazione. Contenuto nel tessuto di granulazione si forma un reticolo di fibrina che poi andrà incontro a retrazione con conseguente avvicinamento dei margini dell’ulcera.
- Simultaneamente si verifica una progressiva copertura del tessuto di granulazione da parte dell’epitelio della cute sana attorno all’ulcera. L’epidermide neo formata può provenire anche dai follicoli piliferie dai canali sudoripari eventualmente presenti dentro all’ulcera.

Dott. Paolo Queirazza

Dott. Paolo Queirazza

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