La sedentarietà è un importante fattore di rischio per le principali malattie non trasmissibili (NCD), tra cui possiamo annoverare le malattie cardiovascolari, le malattie respiratorie croniche (ad es. asma e broncopneumopatia cronica ostruttiva), il diabete melllito di tipo 2, malattie neurodegenerative (Alzheimer, Parkinson) e il cancro.
Q ueste malattie condividono meccanismi fisiopatologici comuni come l’infiammazione cronica di basso grado, lo stress ossidativo e le alterazioni mitocondriali.
Sappiamo che l'infiammazione sistemica cronica di basso grado è associata alla maggior parte delle malattie non trasmissibili (NCD) ed è caratterizzata da concentrazioni elevate e persistenti di citochine pro-infiammatorie circolanti.
Oggi è acclarato dalla letteratura scientifica che l’esercizio fisico regolare è in grado di ridurre i fattori di rischio correlati alle malattie croniche.
La contrazione dei muscoli scheletrici, come avviene durante lo sforzo, rilascia miochine, che hanno un meccanismo di funzionamento simile agli ormoni ed esercitano effetti endocrini specifici sul grasso viscerale e sugli altri depositi di grasso ectopico.
Tra queste troviamo l’interleuchina 6 (IL-6), il BDNF (Brain Derived Neurotrophic Factor) e l’irisina.
Le fibre muscolari rilasciano la miochina interleuchina 6 (IL-6), che esercita i suoi effetti attraverso l'attivazione dell'AMPK.
La stimolazione dell’AMPK (protein kinasi AMP attivata), fa parte di una via di segnalazione cellulare in grado di aumentare l'assorbimento del glucosio e l'ossidazione dei grassi.
Il BDNF o Brain Derived Neurotrophic Factor è una neurotrofina, viene secreto dal muscolo scheletrico durante lo sforzo fisico e agisce come un modulatore chiave del metabolismo, favorendo la degradazione dei grassi (β-ossidazione) e facilitando l’assorbimento del glucosio nelle cellule, regolato dall’insulina, aumentando i livelli del trasportatore GLUT4 nel muscolo.
Il BDNF inoltre, contribuisce direttamente al rafforzamento delle giunzioni neuromuscolari e alla rigenerazione muscolare, sostenendo il pool delle celllule satellite, che sono cellule staminali.
L'irisina è una miochina generata dall’esercizio fisico, che induce la peroxisome proliferator-activated receptor-γ coactivator 1-α (PGC1α), una proteina trascrizionale in grado di attivare numerosi geni, tra cui quello, altamente espresso nel muscolo, che genera appunto l’irisina.
L’irisina, prodotta dalla contrazione muscolare, viene rilasciata in circolo e agisce con effetto endocrino sui tessuti bersaglio.
Le sue azioni principali sono la stimolazione del browning del tessuto adiposo e la termogenesi.
Il browning è la conversione del tessuto adiposo bianco (WAT) in tessuto adiposo bruno (BAT).
L'irisina sovraregola l'espressione della termogenina o uncoupling protein-1(UCP-1), un regolatore della proprietà termogenica del grasso bruno.
L’irisina media questo processo attraverso la fosforilazione della proteina p38 protein chinasi mitogeno attivata (p38 MAPK)
con il supporto inibitorio delle vie di segnalazione di ERK (extracellular signal-regulated kinases).
Inoltre, l'irisina induce l'espressione della betatropina, un ormone che promuove la proliferazione delle cellule beta pancreatiche e di conseguenza migliora la tolleranza ai carboidrati.
Sulla base delle sue azioni è possibile affermare come l’irisina possa potenzialmente prevenire malattie importanti come l'obesità e il diabete di tipo 2.